venerdì 29 febbraio 2008

Boselli e Angius : Una campagna elettorale taroccata

Primo piano

Boselli e Angius dopo le affermazioni di D'Alema a Ballarò
Una campagna elettorale taroccata
mercoledì 27 febbraio 2008

Si chiudono anche gli ultimi spiragli di un accordo tra socialisti e Pd, dopo le affermazioni di Massimo D’Alema di martedì sera a Ballarò, quando il ministro degli esteri, con la complicità di Giovanni Floris, ha spiegato agli italiani che il Partito socialista avrebbe scelto di star fuori al Partito democratico. Una dichiarazione falsa, alla quale ha risposto efficacemente il direttore di Liberazione Piero Sansonetti, che ha difeso le posizioni dei socialisti, (ai quali non è stata data nessuna possibilità di replica) smentendo le affermazioni dell’esponente dei vertici del PD.
"Vediamo D'Alema in televisione il quale spiega che noi abbiamo scelto di stare fuori. E che lui rappresenta i socialisti, non noi. Non e' vero, sono bugie. Se in queste ore il Pd parla con qualcuno, di sicuro non lo fa con noi", spiega Enrico Boselli. A quanti, poi, come Antonello Soro, dicono che la campagna di stampa del Ps e' la prova evidente del fatto che i socialisti han scelto di correre da soli, Boselli manda a dire: "E' semplicemente la coda di paglia, una giustificazione del fatto che non ci hanno voluto".
Boselli non usa mezzi termini neanche per quanto riguarda "l'impressionante uso politico dei sondaggi elettorali":"È una vergogna nazionale". "Temo- dice Boselli- che alla fine di questa settimana il mio partito scenderà nei sondaggi sotto lo zero per cento: ogni mattina, a seconda di come tira il vento, c'e' un sondaggio che dice di quanto vincono i partiti predestinati. cercano di staccare la spina al partito socialista.Ma noi ci battiamo a mani nude perche' siano gli italiani a decidere e non Floris, Santoro e i direttori dei giornali".

“Sulla mancata intesa tra PD e PS – aggiunge Gavino Angius - si continuano a dire cose non vere, come ieri a Ballarò. La questione è semplice: il Vice presidente dell'Internazionale socialista e Vice presidente del Governo on. D'Alema sostiene che il simbolo del PS non ha diritto di esistere in collegamento con il PD e la lista Di Pietro." I dirigenti del PD spieghino agli italiani perché non hanno voluto fare con il PS l'accordo elettorale fatto con Di Pietro. Cosa ha il PS di così repellente? Lo dicano. Dicano che hanno chiesto ai socialisti di sciogliersi. Ma non facciano affermazioni totalmente prive di fondamento. E non si illudano di farci contenti con qualche seggio in Parlamento. Non accetteremo. Ora c’è anche un’altra cosa che il Pd dovrebbe spiegare. Quelli che dovrebbero essere i due principali contendenti, il Pd e il Pdl, in realtà, anziché cercare di togliersi i voti o difendere i propri, o conquistarne altri, si sostengono a vicenda. Il PD sostiene il PDL. E viceversa. C'è tra loro un accordo. Il PD dice: se non votate per noi, votate Berlusconi e Fini. Il PDL a sua volta dice: se non votate per noi, votate Veltroni. E’ pazzesco, ma è così." "Credo - aggiunge Angius - che non si sia mai vista al mondo una cosa del genere. Il PD pur di far fuori i partiti più vicini, con i quali si è governato l'Italia, insieme a tanti comuni, province e Regioni, preferisce rafforzare Berlusconi, Fini e il PDL. La cosa viene cortesemente ricambiata. E' una campagna elettorale taroccata e gli italiani se ne stanno accorgendo. Voteranno liberamente e - conclude Angius - ci saranno sorprese."
Sull’argomento è intervenuto questa mattina anche il capogruppo alla Camera del Partito democratico, Antonello Soro, affermando che “il Partito socialista che evidentemente e legittimamente si propone un percorso diverso da quello dell'ingresso nel Pd. Pazienza, ne prendiamo atto”.
“Stupisce- replica Roberto Villetti - che Soro non si sia accorto finora che i socialisti, favorevoli ad un'intesa con il Pd su una comune base politica e programmatica, sono sempre stati contrari a sancire lo scioglimento del proprio partito. Non c'è, quindi, nulla da chiudere- conclude il parlamentare del Partito socialista - poiché mai si è aperta una trattativa che non prevedesse il nostro scioglimento nelle liste del PD”.

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