lunedì 8 novembre 2010

Bisogna ripartire dalle lezioni africane di Gianni Celati


[..]Un gioiello, visto che ci racconta la ricchezza dell'Africa e non fa il solito ipocrita piagnisteo sulle sue ataviche povertà, è per esempio Diol Kadd. Vita, diari e riprese in un villaggio del Senegal, documentario a tante mani, dirette da Gianni Celati, e frutto di un lungo e spregiudicato viaggio (tre anni) nella brousse, che sta mangiando foreste e risorse e non certo «fatalmente», condotto al fianco di una troupe leggera e appassionata e di un attore/regista locale, Mandiaye N'Diaye (studente di Celati a Bologna) che ha voluto allestire uno spettacolo teatrale in wolof, basato su una commedia di Arifstofane, coinvolgendo contadini, contadine, bimbi e massaie, musicisti di ogni tipo, giovani modernisti e griot. Un contadino stanco di soffrire scopre, da un saggio cieco, la strada per l'opulenza, ma... Un canovaccio sulla guerra ricchi/poveri che colpisce al cuore le tradizioni, che sono scontri secolari, non un monilite intoccabile. Celati, in voce off, alla Moravia, ma con un rispetto inusualmente non impressionista, raccorda insieme l'allestimento, la vita quotidiana, le informazioni socio-antropologiche, le allusioni feroci all'oggi e anche le reazioni della platea al film infine realizzato. È necessario intrecciare Sembene (o Joseph Gay Ramaka) a Rouch, per rimuovere l'occhio da entomologo eurocentrico e accostarsi, umilmente, a un patrimonio culturale secolare che rende più ricchi. leggi tutto pdf
Fonte : Luke Ciannelli - Il Manifesto
Domenica 07 Novembre 2010 09:29

di Gianni Celati e Mandiaye N'diaye

Nessun commento: