domenica 15 maggio 2011

L’Istituto Fernando Santi su riforma di Comites e CGIE


Osservazioni del vice presidente Rino Giuliani a margine dell’Assemblea Generale del CGIE a Torino

1. L’antefatto
Tre parlamentari, anche all’epoca, nella maggioranza di governo, Rivolta di Forza Italia, Zacchera di Alleanza Nazionale e Giorgetti per la Lega Nord, con una interpellanza parlamentare al ministro degli Esteri pro tempore D’Alema, lamentavano come inadeguata la rappresentanza del centrodestra nel CGIE a causa di regolamenti imprecisi che avrebbero favorito il centro sinistra nella composizione degli organismi elettivi interni .
L’interrogazione chiudeva con la richiesta a “invitare gli attuali organi direttivi ad autosciogliersi per permettere l'elezioni di un nuovo organo correttamente rappresentativo, come d'uso in una democrazia liberale, di maggioranza e opposizione”.
Più recentemente l’on Fantetti intervenendo sulla Bozza Tofani ha dichiarato che “non ci dovrebbe essere niente di sorprendente o scandaloso se, in futuro, la selezione delle rappresentanze istituzionali locali degli italiani all’estero avvenisse anche per il tramite della condivisione politica di programmi proposti da partiti”
Niente in contrario sulla riforma in atto , aggiungeva, ma a patto di avere la possibilità di “ascrivere al criterio della selezione democratica l’affermarsi, anche nelle future rappresentanze degli italiani all’estero, di posizioni e progetti politici propri della forza politica nella quale ci identifichiamo e nella quale, sia detto per inciso, si identifica la maggioranza relativa degli italiani”.

Nessun commento: