Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni nel 1941 scrivendo il Manifesto di Ventotene avevano la consapevolezza che con la loro azione politica stavano contribuendo non solo a riscattare l'Italia ma anche a dare alle generazioni che si sarebbero succedute dopo di loro la prospettiva concreta di una Europa unità.
L'idea che un'altra Italia, libera e democratica era possibile in una nuova Europa dei popoli, federale e pacifica ha anche animato molti di quei giovani, anche fra loro divisi, oggi arrivati alla terza età, che nell'Italia repubblicana si sono però sempre ritrovati quando c'era da sostenere le ragioni alla base della Costituzione. Oggi il paese sembra non avere più fiducia nelle possibilità di cambiamento che pure la Costituzione indica e fra i giovani, con la sfiducia in un futuro dignitoso prevale un senso di indignazione. Non è più il sogno la stella luminosa che apre la strada del futuro.
Nel disincanto dell'oggi, per non rinchiudersi nel "particolare" ininfluente occorre tuttavia vivere la nostra comune vicenda collettiva ed il nostro tempo così cambiato, inquadrando come paese la nostra azione in un contesto in cui tutti gli stati europei cedano di comune accordo parte della propria sovranità, ormai esautorata, non al FMI e alla BCE ma a vere istituzioni democratiche europee.
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