domenica 29 gennaio 2012

Gianni Celati «Se Ganfo sei te, non sono io»

Una miniatura del Maître de la Cité des Dames, XV secolo, manoscritto della Biblioteca Apostolica Vaticana.
Vi era un tempo nella città di Lucca, e nella contrada di San Cristofano, un pellicciaio di nome Ganfo. Era costui uomo di mente grezza e sempliciotto in tutto quanto facesse, però fine e attentissimo nel suo lavoro di bottega. Ora accadde che il suddetto Ganfo s'ammalò di qualche disturbo e i medici gli decantarono i Bagni di Lucca come più utile di tutte le medicine. Per cui, essendosi Ganfo deciso d'andare ai bagni, chiese alla moglie - di nome Madonna Teodora - dei denari da portare con sé ai bagni e nutrirsi.

E la moglie gli diede dieci denari, ma dicendogli: «Bada, marito, di non spendere e spandere, con questo denaro». Ganfo si mise dunque per strada e camminando di buon passo giunse ai bagni senza aver mangiato né bevuto alcunché, salvo un tantino d'acqua. E questa la bevve quando fu giunto al torrente della Lima, poiché volendo varcare il corso d'acqua, ma senza passar sopra il ponte (dove credo che ai tempi si pagasse il pedaggio) cadde nella fiumara; ed essendo egli deboluccio mentre l'acqua fluiva nel proprio alveo con grande forza, per poco non annegò, il bischero. Ed è così che Ganfo sul suo cammino finì per bere un poco di acqua. [..]

di Gianni Celati - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/aVTdO 

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