giovedì 9 febbraio 2012

Death on Facebook: il lutto perpetuo dei social network


Il Centro Studi Etnografia Digitale ospita un post a cura di Piergiorgio Degli Esposti, Ricercatore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna. Dal Settembre 2009 è membro del “Prosumer Research Group” coordinato dal Prof. George Ritzer – Maryland University  UMD. Alcuni studenti del Centro Studi hanno avuto il piacere e l’onore di conoscere ed interagire con lui in occasione del Digital Ethnography Weekend. L’articolo è tratto da Celebration of Perpetual Mourning on Social Networking Sites, per The Society Pages.
La società contemporanea è la più tecnologicamente mediata che il genere umano abbia mai esperito, ed è facile capire che se è vero l’assunto secondo cui attraverso i digital media, “viviamo in pubblico” è altrettanto vero che come completamento della nostra life timeline muoriamo anche in pubblico, modificando in maniera sostanziale quello che è il rapporto tra vivi e morti ed i meccanismi di celebrazione del lutto. In altre parole se come sostiene Danah Boyd “siamo tutti autori delle nostre biografie digitali”, allora lo siamo anche per i nostri epitaffi. [...]
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Nessuno vuole morire. Anche le persone che desiderano andare in paradiso non vogliono morire per andarci. E nonostante tutto la morte rappresenta l’unica destinazione che noi tutti condividiamo, nessuno è mai sfuggito ad essa. Questo perché è come dovrebbe essere: la Morte è la migliore invenzione della Vita. E’ l’agente di cambio della Vita: fa piazza pulita del vecchio per aprire la strada al nuovo. Ora come ora ‘il nuovo’ siete voi, ma un giorno non troppo lontano da oggi, gradualmente diventerete ‘il vecchio’e sarete messi da parte. Mi dispiace essere così drammatico, ma è pressappoco la verità.
Steve Jobs
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